La pianta maschile produce polline come un mezzo per inseminare le piante femminili ed è trasportato in due modi principali.
Il primo è quello di utilizzare gli insetti per trasferire il polline nelle piante femminili e il secondo è utilizzare vento o correnti d’aria.
Di solito il polline è prodotto in quantità molto più grande quando è sparso dal vento.
Raffreddati o allergici?
Impossibile confondere i sintomi di un raffreddamento da una reazione allergica.
Il primo è preceduto da infiammazione della gola e presenta una tipica evoluzione, con una fase acquosa seguita da una fase catarrale nel giro di qualche giorno, precisa l’allergologa.
Il raffreddore allergico da pollini invece compare all’improvviso e altrettanto all’improvviso può scomparire.
Se hai un allergia da polline allora soffri di un’allergia del tipo 1, detto anche allergia da contatto.
Non esiste un’allergia da polline in generale. Le persone che sono allergiche ai pollini sono allergiche al polline di uno o più tipi di pianta.
Alcune persone sono allergiche al polline degli alberi d’oliva, ma non sono disturbati dal polline delle graminacee.
Per chi è allergico al pollini evitarne il contatto è quasi impossibile, soprattutto in primavera e in estate.
In alcune aree degli Stati Uniti, alberi da frutto come il gelso, non vengono più piantate, a causa del gran numero di persone che soffrono di allergie sono diventate fuori legge.
I sintomi più comuni nelle persone allergiche ai pollini coinvolgono di solito le vie respiratorie: tosse, starnuti, naso che cola, mal di testa, congestione nei polmoni, orticaria, prurito e lacrimazione agli occhi.
Test e cure, che fare?
I test allergologici possono essere fatti in qualunque periodo dell’anno.
La terapia iposensibilizzante specifica, invece nel caso dei pollini, deve essere iniziata qualche mese prima della prevista diffusione del polline.
La terapia, decisa dall’allergolo, è infatti l’unica in grado di “riequilibrare le risposte immunitarie alterate – spiega la specialista – a differenza di quella farmacologica che ha un effetto tipicamente sintomatico”.
Per i ritardatari, esistono delle soluzioni parziali.
Se tu soffri di allergia ai pollini, un primo inizio è quello di trovare il luogo che è meno “inquinato” dal polline.
Certamente l’indagine è rivolta ai posti e i luoghi che di solito frequenti. Spesso capita che anche all’interno della propria casa a seconda dell’esposizione (sole e vento) delle varie stanze, ci siano stanze meno disturbate dagli allergeni.
Il luogo non è un’aspetto da sottovalutare. Persone diverse reagiscono in modo diverso ad ogni ambiente e solo tu puoi dire cosa è meglio per te.
Ridurre al minimo l’esposizione all’ambiente esterno durante le giornate ventose, aiuta non poco, infatti è proprio in quei momenti che il polline raggiunge il picco maggiore.
In caso di pioggia la concentrazione di polline diminuisce dastricamente, questo succede perché l’acqua cadendo dall’alto verso il basso, “pulisce” l’atmosfera.
Se non soffri per il caldo, vivere in un ambiente tropicale potrebbe essere un “toccasana” per te.
Un ambiente con un alto tasso di umidità impedisce la propagazione del polline.
In citta la concentrazione di polline purtroppo è sempre molto elevata, due sono i fattori che contribuiscono: l’inquinamento e la cementificazione.
Il primo contribuisce a mantenere sospesi i pollini e il secondo non permette l’attecchimento del polline stesso.
La terra trattiene molto di più il polline che si poggia.
I purificatori d’aria possono fare la differenza e ridurre di molto la frequenza degli attacchi di allergia, per questa ragione l’acquisto è più che consigliato.
Se disponi di un impianto di climatizzazione la pulizia dei filtri è d’obbligo.
Un filtro elettrostatico nell’aria di distribuzione è in grado di trattenere anche gli allergeni più microscopici.
Alcuni comuni prodotti da banco possono contrastare i sintomi allergici. In genere questi prodotti contengono la vitamina E, l’aloe vera, e la quercetina.
La vitamina E accelera la guarigione delle ferite e aiuta il sistema immunitario a funzionare meglio.
La vitamina E può essere presa internamente o applicata come una lozione da applicare sulle zone arrossate della pelle (in genere tra il naso e la bocca).
L’aloe vera, oltre che a ridurre l’arrossamento e ammorbidire la pelle, è un valido aiuto per stimolare la circolazione sanguigna, importante in queste circostanze per “calmare” il sistema immunitario “sovraeccitato”.
La quercitina un flavonoide ben noto. I flavonoidi sono potenti antiossidanti, ridurre l’infiammazione, stimolano il sistema immunitario, rafforzano i vasi sanguigni e migliorano la circolazione.
La quercitina è anche nota per la sua capacità di bloccare il rilascio di istamine, in modo da ridurre o prevenire i sintomi di allergia.
I rimedi dell’ultimo momento.
Se devi prendere la parola durante una riunione, sbrogliare un problema in ufficio possono diventare compiti impossibili, “si può ricorrere ad un antistaminico di ultima generazione, privo di effetti sedativi – consiglia la specialista -, ad uno spray nasale cortisonico o, in casi estremi – conclude – una vasocostrittore nasale”.
Per tutti valgono sempre i consigli di buon senso.
Lavare spesso viso e capelli, dove possono depositarsi tracce di polline, proteggere gli occhi, evitare di aprire le finestre rivolte controvento e mai nelle ore più calde e, se possibile, evitare gite in prossimità dei boschi.
Consultare sempre il proprio medico prima di utilizzare queste informazioni.
fonte:http://www.natura360.it/mini-guide/allergie-pollini-graminacee-guida-combattere-problema/?OK=1
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