formula italiana del pasto perfetto
Contare le calorie non basta. Nuovo indice messo
a punto da ricercatori di Roma
LA FORMULA - L’IQD si ottiene moltiplicando l’apporto di glicidi (carboidrati e zuccheri non integrali) per quello di acidi grassi saturi, e dividendo il risultato per l’introito di fibre (cereali integrali, vegetali, frutta). Per arrivare a questa “formula del pasto perfetto”, gli studiosi hanno confrontato i diari alimentari di 120 persone con stili alimentari molto diversi (30 vegani, 30 latto-ovo-vegetariani, 30 magri onnivori e 30 obesi onnivori), ma che assumevano quantità caloriche sovrapponibili (vegani circa 1.970 calorie al giorno con indice di massa corporea-Bmi 23,6; latto-ovo-vegetariani 2.174 calorie con Bmi 22,9; magri onnivori 2.020 calorie con Bmi 23,69; obesi onnivori 2.140 calorie con Bmi 37,9) e facevano più o meno la stessa quantità di esercizio fisico.
FIBRE E VERDURE -«A parità di calorie assunte ogni giorno da vegani, vegetariani che includono latte e uova, magri onnivori e obesi onnivori - sottolinea Andrea Lenzi, ordinario di endocrinologia e direttore della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia, Dipartimento di medicina sperimentale della Sapienza - si evidenziano pesi decisamente differenti». Quindi «non è solo l’introito calorico a determinare lo sviluppo dell’obesità e del sovrappeso, ma come si costruisce il menù, bilanciando i cibi contenenti grassi saturi o glucidi con le fibre. In linea con i dettami della dieta mediterranea, i piatti privi di fibre e verdure e ricchi di grassi saturi, in particolare le carni rosse, non solo fanno ingrassare, ma facilitano lo sviluppo di malattie correlate all’obesità». «Con lo stesso numero di calorie - precisa Lucio Gnessi, associato di medicina interna alla Sapienza, sempre della Sezione di fisiopatologia medica ed endocrinologia , Dipartimento di medicina sperimentale - il peso può essere molto diverso ed esiste una netta prevalenza di sovrappeso ed obesità tra gli onnivori che prediligono carni grasse e alcuni tipi di formaggi, mentre trascurano le verdure. Parallelamente, gli indicatori di malattie correlate a obesità e sovrappeso seguono il medesimo andamento in rapporto alla qualità piuttosto che alla quantità del cibo». Ora «il numero dei casi coinvolti nello studio verrà aumentato ulteriormente - annuncia Carla Lubriano, ricercatrice del team - in modo tale da poter stabilire come impiegare il nuovo indice IQD su ampia scala e renderlo utile non solo a scopo di ricerca ma fruibile a tutti
(Fonte Agenzia Adnkronos Salute)
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