Nuove frontiere della medicina per tornare ad allenarsi il prima possibile dopo infortuni e lesioni da sovraccarico e sforzo eccessivo
Utilizzata con successo nello sport di vertice - dal calcio al rugby, dallo sci alpino al basket - la criopass, denominata anche criolaserforesi, pur essendo una tecnica molto giovane, si sta affermando nell’ambito della medicina e traumatologia sportiva (ma non solo), come uno dei più efficaci metodi di cura per il veloce recupero da infortuni e da lesioni da sovraccarico o da sforzo eccessivo.
I BENEFICI — La sua assoluta non invasività, l’assenza di effetti collaterali, l’elevata capacità di penetrazione e rapidità di assorbimento del farmaco (anestetici, antibiotici, miorilassanti, acido ialuronico, complessi vitaminici, etc..), la precisa localizzazione dei principi attivi veicolati direttamente dove ha sede il trauma, senza sfruttare il classico trasporto ematico, ne fanno una terapia assolutamente innovativa, con tempi di recupero ridotti di oltre il 50%.
DI COSA PARLIAMO — Ma in cosa consiste? Molto semplicemente, si tratta di un meccanismo che sfrutta l’azione combinata tra l’energia generata da un laser e un farmaco congelato a -18°. A questa temperatura, infatti, gli elettroni che avvolgono i nuclei delle singole molecole del farmaco, una volta colpiti dalla luce laser, si caricano di una gran quantità di energia cinetica potenziale, che tuttavia resta imprigionata nel reticolo cristallino. A contatto con la pelle, molto più calda, il ghiaccio fonde e le energie fino ad allora compresse vengono istantaneamente liberate con un’accelerazione tale, circa 1/10 della velocità della luce, da permettere la penetrazione oltre la membrana cutanea sino alla sede della lesione. In pratica, si tratta di una specie di ‘teletrasporto’ che va a collocare il principio attivo proprio dove si desidera.
"Oltre alla medicina e alla traumatologia sportiva, si sono ottenuti ottimi risultati anche nell’ambito della dermatologia, della chirurgia plastica e della medicina estetica"
AMBITI DI UTILIZZO — I campi di utilizzo di questa tecnica sono innumerevoli. “Oltre alla medicina e alla traumatologia sportiva, si sono ottenuti ottimi risultati - spiega il dottore Umberto Filippi, consulente del Centro medico Turati di Milano, tra gli istituti in Italia più avanzati in questo campo – anche nell’ambito della dermatologia, della chirurgia plastica, della medicina estetica, dell'angiologia, dell'urologia e della medicina rigenerativa. La possibilità di diffondere i differenti farmaci, alla profondità programmata (sino ad un massimo di 6 centimetri) nei tessuti da trattare che possono essere tendini, ossa, cartilagine, muscoli e cute, fa sì che oltre ad ottenere un’azione antalgica e antinfiammatoria con una remissione dei traumi acuti pari al 99% e miglioramenti clinici evidenti nelle patologie croniche, quali ad esempio artrosi e lombalgie, nel 85% dei casi, si possa determinare anche un’azione vasoprotettrice, rigenerativa dei vasi sanguigni e trofico metabolica biorivitalizzante, estremamente utili in caso di ulcere cutanee, rilassamenti connettivali, adiposità localizzate, cellulite, invecchiamento cutaneo. La criopass terapia, infatti, non riattiva solamente i fibroblasti, ovvero le cellule responsabili della produzione di collagene, come avviene nella biostimolazione, ma anche elastina e glicosamminoglicani, permettendo così di ottenere un ricompattamento della pelle e la sua ottimizzazione biologica con un effetto lifting naturale”.
QUANTE SEDUTE? — Il numero di sedute necessario varia da caso a caso, mediamente vanno da tre a dodici ma, per esempio, nel caso di gonfiore acuto immediatamente seguente al trauma, è spesso sufficiente un’unica seduta. I rischi e le controindicazioni sono minimi: eventuali allergie ad alcuni farmaci, gravidanza, specie se l’applicazione è diretta in area addominale, neoplasie. Limiti che in un futuro prossimo, con ulteriori studi e sperimentazioni, potranno essere superati.
Mabel Bocchifonte:http://www.gazzetta.it/Fitness/28-10-2011/c-criopass-terapia-803478009544.shtml
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