Alimentazione vegetariana e ricca di scorie, come quella degli abitanti del Camerun, favorisce la formazione di feci abbondanti e morbide e previene il tumore del colon.
La diagnosi precoce può ridurre il rischio di morire di tumore del colon, ma questa è la prevenzione secondaria.
La prevenzione primaria, quella che viene effettuata prima che la malattia insorga, consiste in uno stile di vita corretto.
Qual è? Negli anni ’40 del secolo Denis Burkitt, un medico scozzese della sanità coloniale che gestiva un centinaio di posti letto in un’area rurale dell’Uganda, segnalò che negli ultimi 10 anni non aveva mai ricoverato un paziente per malattie non infettive: tumori del colon, ernie, emorroidi e diverticoli erano lì sconosciuti. Ma quando gli abitanti delle campagne emigravano in città, perdevano questa forma di protezione.
Una donna camerunese prepara l'ekoki, un piatto a base di fagioli bianchi, taro e spezie.
Ne concluse che l’ombrello era nella dieta tradizionale mentre la dieta occidentale sembrava essere la causa dell’aumento. Ma in cosa consiste la cucina tradizionale africana? Per saperlo ora bisogna andare nella parte più interna del Camerun per scoprire che la dieta è ricchissima di fibre insolubili (quelle contenute nei cereali integrali), cibi fermentati, verdure e pochi grassi scelti con cura e contiene pochissima carne. E questi dati sono stati confermati da uno studio condotto su 500 mila europei di 10 nazioni: chi aveva una dieta con più di 30 grammi di fibre al giorno (solubili, cioè quelle di frutta e legumi, e insolubili) dimezzava il proprio rischio di tumore al colon rispetto a chi ne mangiava solo 12-15 grammi.
Non solo: la protezione maggiore era per chi aveva tenuto questa dieta per un tempo maggiore.
Una donna camerunese prepara l'ekoki, un piatto a base di fagioli bianchi, taro e spezie.I CONSIGLI PER UNA “DIETA CAMERUNENSE”
• Se la vostra dieta contiene poca fibra iniziate con 15 grammi e salite fino a 35 grammi al giorno. Tenendo presente che una tazza di fagioli cotti ne contiene 12 g, una tazza di avocado 4 g e una tazza di miglio (o mezza di riso integrale) cotti ne contengono 2 g. E poi ne contengono frutta, verdura, noci e cereali integrali in grano. Arricchisci la dieta con cereali integrali tipici dell’Africa: miglio, sorgo, lasciandoli a bagno la notte per aumentare la biodisponibilità di nutrienti.
• ridurre la dose di carne, soprattutto quella rossa: non più di una volta la settimana; eliminare la carne conservata (salumi, carne affumicata ecc che contengono nitrati). Preferire invece carne di pollo e pesce. Evitare la cottura su grill o barbecue (produce ammine cancerogene).
• Aggiungi molta frutta e verdura contenente antiossidanti, come aglio, cipolla e anche frutta di bosco alle marinate della carne in modo da ridurre i danni (riducono le ammine della cottura).
• Aggiungere almeno due tazze al giorno di verdura verde per avere il giusto approto di folati.
• Cerca probiotici naturali, cioè alimenti contenenti frutto-oligosaccaridi e inuline, cioè fibre che favoriscono la sopravvivenza e la moltiplicazione dei batteri buoni dell’intestino. Queste sono contenute in carciofi, cipolle, banane, grano integrale, cicoria e pomidoro. Nei probiotici commerciali le fibre sono in quantità omeopatiche e spesso contengono alte concentrazioni di zuccheri.
• Aggiungere una porzione al giorno di yogurt o kefir, formaggio tipo yocca, e tutti i latticini senza conservanti e senza zuccheri fatti con L acidophilus e B bifidum. I latticini fermentati spesso possono essere utilizzati anche a chi è intollerante al lattosio perché la digestione di questo zucchero è già stata fatta dai batteri.
• Accompagna la cena con un bicchiere di birra: in Etiopia la producono con la fermentazione del sorgo e dell’orzo, ma attenzione, non di più: l’alcol sembra bloccare gli effetti benefici dei folati contenuti nei vegetali verdi.
• Arricchire la propria dieta di cibi fermentati tradizionali come crauti, brovada (rape fermentate usate in Friuli), miso, salsa di soia, tempeh.
• Pochissimi grassi: più sono i grassi e più aumenta il rischio di tumore. Fanno eccezione i grassi monoinsaturi e gli omega-3 (pesce, frutta secca, semi, selvaggina); 2 chicchiaini di olio extravergine di oliva o di olio di semi di lino per condire ogni porzione, non di più.
• Fare attività fisica aerobica per almeno 30 minuti al giorno.
fonte:http://www.focus.it/Salute/speciali/Le_ricette_per_stare_meglio_245665_225665_236665_9855545_455_5.aspx
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