Prima di inoltrarci nello specifico delle patologie muscolo scheletriche diamo una breve definizione dell’omeopatia: un sistema di cura naturale a misura d’uomo, una medicina per la persona e le sue malattie, la cui applicazione clinica si ispira al principio della similitudine, stimola le naturali difese dell’organismo, con dosi infinitesimali di principi farmacologicamente attivi, diluiti e dinamizzati, ricavate da sostanze naturali preparate secondo specifiche tecniche descritte nella Farmacopea ufficiale Europea. L’omeopatia cura la persona con sostanze che possono provocare, se assunte a dosi ponderali o anche diluite ma ripetute, una malattia simile nell’uomo sano. E’ una medicina di prima scelta nelle patologie acute più diffuse come quelle delle vie respiratorie, del sistema vascolare, dei
disturbi gastrointestinali e della pelle come pure delle affezioni allergiche e delle varie forme dei disturbi d’ansia, ma le affezioni croniche recidivanti sono quelle dove l’omeopatia esprime al massimo la sua ricchezza di intervento.
I pazienti affetti da patologia muscolo scheletrica, da stime del Royal London Homeopathic Hospital, sono quelli che più frequentemente ricercano nella terapia omeopatica cura ai loro disagi. Infatti la patologia muscolo scheletrica è la categoria diagnostica che raggiunge il 36% della frequenza di utilizzo, dopo il 15% delle affezioni dermatologiche, e dopo il 9% delle affezioni del sistema respiratorio
Secondo il metodo omeopatico, l’obiettivo della cura è il riequilibrio della totalità della persona e conseguentemente la cura della malattie a livello organico. L’omeopatia trova comunque impiego nel campo della traumatologia come unica terapia o affiancando efficacemente terapie chirurgiche od ortopediche. Rimedi quali per esempio l’ARNICA o il SYMPHITUM o la CALCAREA PHOSPHORICA o la RUTA GRAVEOLENS sono particolarmente efficaci nel trattamento dei traumi contusivi, delle fratture stimolando la formazione del callo osseo e nei traumatismi del periostio. Pertanto il trattamento di patologie acute trova nel “pronto soccorso” omeopatico strumenti di rapido ed efficace miglioramento sintomatologico sfruttando la similitudine della sintomatologia oggettiva del quadro acuto e ponendo in secondo piano la dimensione globale del vissuto del paziente. Nel trattamento delle patologie croniche muscolo-scheletriche invece ritorna preminente e fondamentale la visione olistica del paziente dove i sintomi locali devono necessariamente rientrare in un contesto gerarchico ben definito: secondi cioè a quelli mentali e generali. I SINTOMI LOCALI devono comunque essere modalizzati per essere presi in considerazione, cioè rispecchiare l’individualità di risposta del paziente: un dolore reumatico che migliora con il movimento troverà più facilmente risposta curativa in RHUS TOXICODENDRON, mentre quello peggiorato dal movimento sarà più sensibile all’effetto di BRYONIA ALBA. Elementi che per la medicina convenzionale non hanno alcun valore per l’omeopatia possono determinare o condizionare la scelta di un rimedio: un dolore reumatico che inizia dai piedi e si estende verso l’alto troverà in LEDUM PALUSTRE valido rimedio al contrario di quello che dall’alto si estende verso il basso richiederà KALMIA LATIFOLIA Anche la lateralità è importante: un dolore sottoscapolare a destra sarà più sensibile a CHELIDONIUM MAJUS mentre a sinistra a CHENOPODIUM GLAUCI. Rimedi come AGARICUS MUSCARIUS hanno effetti terapeutici sulle contrazioni muscolari che vanno dalle semplici fascicolazioni che si presentano sul volto, palpebre ed estremità , fino ai casi gravi di corea. Ma per la valutazione di un complesso sintomatologico più articolato come per esempio un bambino con sviluppo osseo scarso o irregolare (fontanelle aperte, rachide dorsale scoliotico, deformazioni alle estremità), ingrossamenti linfonodali, profuse sudorazioni al capo, temperamento apatico, lentezza nei movimenti, tendenza all’obesità, spiccato senso di freddo, vedrà in CALCAREA CARBONICA un rimedio capace di restituire la salute e permettere una normale crescita al soggetto. Da ciò si evince che una corretta metodologia usata nella raccolta e nella elaborazione dei sintomi riferiti dal paziente e dei segni che il medico osserva, è essenziale per la scelta del medicinale omeopatico e per un valido risultato terapeutico. Per renderci meglio conto del problema della individualità e della similitudine tra il quadro sintomatologico del paziente e quella del rimedio (individualità morbosa e individualità medicamentosa) descriveremo sommariamente un rimedio citato prima, il RHUS TOXICODENDRON, un rimedio tra i più prescritti nelle patologie reumatiche. Il RHUS TOXICODENDRON è il Sommaco Velenoso, arbusto della famiglia delle Anacardiacee, dalla linfa particolarmente caustica per la cute. La tossicologia e i proving (il primo fu fatto da Hahnemann il fondatore dell’omeopatia 200 anni fa) hanno mostrato una azione elettiva su:
• CUTE: provoca edema ed eruzioni vescicolose
• MUCOSE: con irritazione
• TESSUTI FIBRO-CONNETTIVALI PERIARTICOLARI: tendini, legamenti, aponeurosi dove provoca SENSO DI RIGIDITA’ DOLOROSA CHE MIGLIORA CON IL MOVIMENTO
• SISTEMA NERVOSO: irrequietezza, iperattivismo
SEGNI CARATTERISTICI:
miglioramento
• Movimento lento, con i cambiamenti di posizione sia che si tratti del prurito delle dermatosi che dei dolori articolari
• Caldo e applicazioni calde
• Tempo caldo e secco ( con il freddo migliorano i dolori reumatici di PULSATILLA, LEDUM PALUSTRE, SECALE CORNUTA, LAC CANINUM E GUAJACUM)
Aggravamento
• Umidità, il freddo umido o il contatto di indumenti o oggetti bagnati
• Riposo e l’immobilità
• L’inizio del movimento e l’eccessivo affaticamento.
Il repertorio Synthesis ( cioè il testo dove sono classificati ed elencati tutti i sintomi riscontrati negli sperimentatori in 4 gradi di frequenza ) cita in 6723 sintomi il rimedio rhus tox. Le principali indicazioni cliniche sono: Herpes simplex e zoster, erisipela, eczema, sciatalgia, cervico-brachialgie, affezioni reumatiche, artrosi, artriti, tendinite, miositi, distorsioni, lussazioni, traumatismi tendinei, periartrite scapolo omerale, epicondilite, congiuntivite, laringite, asma, faringite, esofagite, dissenteria, tifo, ipertrofia cardiaca, precordialgie, malattie esantematiche, spasmi degli sfinteri, crampi, ictus, emiplegia, corea, morbo di Parkinson, cianosi dei neonati, asfissia, emorragie, anemia, ipertensione arteriosa, varici, ferite, ustioni.
Questo rimedio è stato utilizzato dal dott. Peter Fisher dell’ospedale omeopatico di Londra in due studi pubblicati fra il 1986 e il 1991, realizzato allo scopo di valutare l’omeopatia nel trattamento della patologia reumatica secondo i criteri più severi. Pur non rapprentando un uso corretto della metodologia omeopatica in quanto la personalizzazione del rimedio era strettamente legata alle modalità sintomatologiche locali e non al quadro sintomatologico completo dei soggetti che necessitavano di rimedi diversi, i risultati si sono dimostrati positivi. I due studi hanno coinvolto ognuno un gruppo di trenta pazienti volontari che soffrivano di fibromialgia primaria. I criteri diagnostici dovevano essere presenti tutti insieme da almeno tre mesi: 1. dolore 2. rigidità 3. disestesia dei muscoli e dei tendini dei cinti, della regione prossimale delle membra, della regione interscapolare o della gabbia toracica 4. noduli e punti sensibili multipli ben definiti nelle stesse regioni 5. turbe del sonno il controllo e al valutazione dello studio furono assicurati da reumatologi non omeopati, che ignoravano completamente il carattere omeopatico del trattamento e la natura di verum o placebo del medicinale assunto dai pazienti.
I risultati evidenziarono una differenza statisticamente significativa in favore del trattamento con rhus tox 6 CH per ognuno per 4 parametri presi in esame: • Intensità del dolore • Qualità del sonno • Stato generale • Numero di punti sensibili dopo il periodo di trattamento attivo confrontato con lo stesso conteggio alla fine del periodo placebo. Una valutazione più attendibile della medicina omeopatica trova negli studi osservazionali un modello più consono al rispetto dei parametri di individualità necessari in omeopatia.
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/blog/grubrica.asp?ID_blog=281&ID_articolo=16&ID_sezione=646&sezione=
A puro scopo di confronto vorrei citare il seguente articolo e sottolineare come, in effetti, esista una differenza importante tra omeopatia ed erbalismo, cosi' come viene descritta dall'autrice.
RispondiEliminahttp://www.appuntidigitali.it/8709/omeopatia-la-cura-dellacqua/
Sempre a titolo di confronto chiederei agli autori di postare anche eventuali bibliografie e dimostrazioni scientifiche riguardanti studi e dimostrazioni mediche sulla medicina omeopatica, di sicuro interessa per chi legge.
Non essendo Omeopata,ho richiesto un parere ad alcuni Colleghi Omeopati,appena riceverò i loro pareri su questo post,sarà mia cura postarli quì sotto.
RispondiEliminaGrazie da Rosa.
Attendo volentieri delucidazioni e pareri, ad ogni modo vorrei precisare che la mia non e' ne una provocazione ne una sterile ricerca di polemica ma, lavorando in un istituto scientifico, mi sono da tempo orientato verso un pensiero che tende ad accettare come vere e/o realistiche (benche' confutabili) affermazioni tratte da testi scientifici con dati reali a supporto delle tesi citate.
RispondiEliminaResto, pertanto, perplesso quando leggo, e correggetemi se sbaglio, che una sostanza (o principio) tanto piu' e' disciolta (in acqua) e tanto piu' e' efficace perche' le molecole rilasciano il loro effetto benefico tramite una sorta di vibrazione energetica.
Dal momento che, come me, molte altre persone nutrono gli stessi dubbi, la mia richiesta e' quella di un chiarimento di tipo medico/scientifico basato su dati, dimostrazioni e pubblicazioni internazionali (esiste qualcosa su Medicine?) che chiariscano in modo inequivocabile la questione.
Esempi di effeti benefici e guarigioni ne esistono molte, sia per l'uomo sia in campo veterinario, tuttavia non sono assolutamente sufficienti dichiarazioni come "il mio cane era malato e ora sta bene, non puo' essere l'effetto placebo..." per stabilire che il principio e' esatto e funziona.
L'argomento puo essere, tuttavia, interessante perche' troppe cose ancora non si conoscono e varrebbe la pena, appunto, di approfondiro in maniera seria e scientifica.
Allego la risposta di una collega Omeopata:
RispondiEliminaMi sembra che ci sia un pò di confusione:diluita e dinamizzata ...
Questo è il concetto omeopatico.
lei potrebbe leggere libri sulla memoria dell'acqua,l'Organon di hahnemann il padre dell'omeopatia e ci sono anche studi sperimentali attuali fatti dalla Guna su materiale diluito dinamizzato in confromnto allo stesso diluito ma non dinamizzato.
Non si può esaurire in un mail,purtroppo.
La saluto cordialmente.
Dr. Giovanna Gallerani
Allego la risposta di una collega Omeopata:
RispondiEliminaCara collega,
Credo che ogni cosa debba essere dimostrata con mezzi scientifici,ma per carattere non mi basta costruire il mio credo solo su un pensiero comune e pragmatico,per cui sono abituato a provare, verificare e poi giudicare con la mia testa. Tieni presente che tanti,pensando alla diluizione delle sostanze,ritiene che si tratti di”acqua fresca” ed anche io lo sostenevo,per cui credevo di ottenere,nella peggiore delle ipotesi un effetto palcebo…Quindi dopo aver,studiato più per curiosità l’omeopatia,ho provato su pazienti che non correvano rischi e ti garantisco che se la prescrizione rispettava il principio della similitudine,in modo preciso,i risultati andavano ben oltre l’effetto placebo. Mi sono convinto con l’esperienza (e non solo “pensando”)su un semplice preconcetto,che la terapia,sulle patologie croniche aiuta parecchio e senza danni. Invito anche te a ripensare il tuo concetto,prima di voler convincere te stessa o un altro,su un esperienza per sonale.In futuro non è detto che non possano essere validati scientificamente i meccanismi di azione dell’omeopatia. Ti faccio presente che il piano di studio deve essere la fisica e non la chimica e che non ci sono interessi economici ad investire,le già poche risorse,per uno studio così complesso e magari non ci sono ancora i mezzi. Correggimi se sbaglio,ma anche nella ricerca,si fanno delle ipotesi che devono essere confermate dopo un lungo iter che il metodo scientifico impone. L’omeopatia non ha le risorse economiche ne la volontà da parte degli operatori per fare tutto questo percorso e per avere un investitura scientifica. Interessa solo a pochi...Non è detto che il concetto giusto sia quello”delle molecole che rilasciano una vibrazione”…D’altra parte ci sono farmaci il cui meccanismo d’azione non è perfettamente conosciuto o che in passato sono stati usati senza una perfetta conoscenza di”come agisce quel principio attivo”;allora perché quelli,solo per interessi farmaceutici,sono stati ufficialmente accettati mentre l’omeopatia non viene neppure studiata? Non ti dico di credere,ma di provare dopo aver ben studiato e compreso i principi di applicazione dell’omeopatia così potrai parlare per un esperienza diretta e non solo in base ad una congettura.
Roberto Ferraris
Ciao cara collega,
RispondiEliminacerto c'è tutto ciò che mi chiedi e mi riprometto di mandarti tutto il materiale di mia conoscenza e serio (questo non è sempre scontato) che ho letto.
Potresti come prima cosa cominciare a dare un'occhiata al concetto di Ormesi portati avanti da Calabrese e ai lavori con tutti i dettami di scientificità richiesti dalla scienza ufficiale in doppio cieco con metanalisi ecc del caro amico Paolo Bellavite che troverai sulla rete senza difficoltà alcuna. Ti allego una cosa interessante da leggere e che ti potrà dare qualche delucidazione su ciò in cui sei fermamente convinta essere un modello di verità convincente e "scientifica".
A presto,
Enio Marelli.
Gentile Collega potrebbe consultare intanto i due link che le allego:
RispondiEliminahttp://www.fiamo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=85&Itemid=152
http://www.paolobellavite.it/files/237_2010gelsemiumpsychopubblicato.pdf
il primo è una pagina del sito della FIAMO, il secondo tratto dal sito del prof. P. Bellavite è interessante oltre che per l'articolo in se per la ricchissima bibliografia.
Comunque per tutti quelli che si lamentano delle prove scientifiche dell'omeopatia, con spirito di apparente non curanza per la veridicità delle teorie omeopatiche, suggerisca sempre di andare su Medline e digitare Homeopathy alla casella di ricerca. Dopo al suo interno può sceglier etra lavori che parlano di ricerca pura sulle ultradiluizioni, sull'azione di diluizioni omeopatiche in colture cellulari, piante, animali di laboratorio, coorti di pazienti in forma prospettica o osservazionale. E' anche possibile suddividere i lavori di omeopatia (con singole sostanze) da quelli di omotossicologia o complessi pluralisti (con preparazioni contenenti più sostanze in diluizione). Può comunque leggere alcuni miei lavori sul sito di cui trova il link in calce alla firma.
Cordiali saluti
Giuseppe Fagone
Cara Collega,
RispondiEliminati invito a consultare il sito dell'amico
Mauro Dodesini, veterinario omeopata,
http://www.omeopatiapossibile.it/
ricco di casi veterinari trattati con terapia omeopatica.
Cari saluti e buona lettura.
Dott. Licia Rotondi
Accolgo molto volentieri gli inviti alla documentazione, era quello che avevo chiesto, e leggero' quanto mi consigliate.
RispondiEliminaCome anche voi mi fate notare, ritengo assolutamente possibile che un giorno l'omeopatia possa venir riconosciuta come pratica medica efficaci al pari di alcune pratiche cinesi (per l'agopuntura si e' appena scoperto che la stimolazione tramite aghi sottocutanei stimola l'organismo alla produzione di una sostanza antiffiammatoria naturale), la fitoterapia e l'erbologia da cui proprio la moderna medicina ha derivazione, cosi' come alcuni principi usati da millenni e solo recentemente oggetto di studio (vedi alla vole: Aloe).
Quindi leggero' e provero' quanto mi consigliate in attesa di trarne una conclusione personale. Altresi' attendero' di vedere cosa ci diranno eventuali studi futuri sulla pratica dell'omeopatia.
Grazie ancora per la disponibilita',
Stefano C.
Gent. Collega,
RispondiEliminanon sono un teorico,per cui non so rispondere scientificamente alla tua domanda di base.
Posso dire da medico che l'omeopatia è efficace sui bimbi , sugli animali e sugli adulti.E' questa efficacia che deve spingerci a fare ricerca.In altre parole ,esistono dei fatti che allo stato attuale non sappiamo spiegare.Questo non vuol dire che queste realtà non esistino e quindi dobbiamo ignorarle.Partendo dai fatti possiamo teorizzare e poi verificare.
Personalmente,non ho mai pensato ad una sorta di graduatoria tra medicina ufficiale che è di tutto rispetto,senza il minimo dubbio, e l'omeopatia,che è stata di aiuto in moltissimi casi.
E' vero dopo la dodicesima centesimale,non vi è più traccia di sostanza nel rimedio.E si continua con prescrizioni del rimedio diluito e dinamizzato alla 30 ch,alla 200 k,all' Mk eccetera.E il rimedio è efficace,è tanto più efficace se il proving del rimedio copre i sintomi del malato.
Com'e che funziona? Forse è vera la tesi della memoria dell'acqua, che avrebbe come punto d'ingresso nell'organismo l'ipotalamo.Ma è tutto da verificare.Come? Non so.
Se non hai preconcetti ,puoi documentarti andando a questi siti:
Planete Homeo,digitare nello spazio di ricerca Benveniste e leggere quello che dice Luc Montagnier;
Sempre sullo stesso sito puoi digitare: Cristallisations sensibles et homeopathie; e ancora Le "continuum" d'une theorie holistique des maladies.
Puoi cercare il sito del Dr. Georges Demangeat e quello di Vithoulkas Georges.
Esistono anche siti inglesi e U.S.A.In molte nazioni l'omeopatia è ufficiale come scienza medica e si studia all'università.
Spero di aver risposto in maniera esauriente alla tua mail.
Cordialmente
Ottavio Binetti.
Resto perplesso di fronte all’affermazione che “una sostanza (o principio) tanto piu' e' disciolta (in
RispondiEliminaacqua) e tanto piu' e' efficace perche' le molecole rilasciano il loro effetto benefico tramite una sorta di vibrazione
energetica”. Non è certo il pensiero degli omeopati … tradizionali. (dopo 40 anni di esercizio dell’Omeopatia sono esterefatto per queste affermazioni). Certo, abbiamo moltissimi punti interrogativi, ed è solo la clinica che ci conforta, o meglio i risultati che si ottengono con l’applicazione del nostro sistema terapeutico. Il vecchio Hahneman diceva :”imitatemi, ma imitatemi bene”! Da buon “tedesco di Germania” già prevedeva la ricerca di facili scorciatoie.
In maniera indicativa si suggerisce che più il “quadro TOTALE” della sintomatologia del Paziente, indagato con una attenta biopatografia coincide con il “quadro TOTALE” del rimedio che si propone, più alta è la diluizione impiegata. (Sul concetto di “alto” , poi , ci sarebbe da discutere … Scuola tedesca, argentina , le diluizioni LM , ma il discorso diventa lungo e non da email . Con un caro saluto, Carlo Cenerelli