(AGI) - Roma, 22 feb. - In Italia ne soffre una persona su quattro e il nostro paese si e' colloca al terzo posto in Europa, preceduta solo da Norvegia (30%) e Polonia (27%). Il dolore cronico e' un problema grave e diffuso, troppo spesso sottovalutato, sebbene le conseguenze sociali ed economiche siano rilevanti. Basti considerare che il 17% degli intervistati ha dichiarato di aver perso il lavoro a causa di questa condizione, il 28% ha visto un cambio delle proprie mansioni e delle proprie responsabilita' e il 22% ha ricevuto una diagnosi di depressione. Il dolore cronico e' la prima causa di assenteismo sul lavoro, ma anche la prima causa di inabilita', con costi sociali altissimi che, nella gran parte, ricadono direttamente sulle famiglie. "In Italia l'attenzione rivolta al tema del dolore cronico e' ancora molto scarsa, lo spazio che la medicina del dolore ricopre nelle strutture sanitarie e' frammentato e insufficiente.
Una folta popolazione di pazienti non trova una risposta clinica efficace con una forte ricaduta sociale ed una notevole dispersione di risorse" dichiara Luigi D'Elia, Direttore Generale dell'Azienda ospedaliera San Giovanni - Addolorata che anticipa alcuni temi al centro di un seminario che si terra' il prossimo martedi' 23 Febbraio. Il dolore cronico puo' essere benigno - causato cioe' da diversi tipi di lesioni e malattie, tra cui l'artrite e le forme di danneggiamento del sistema nervoso - o maligno, se oncologico. Se non curato adeguatamente, puo' influire negativamente su tutti gli aspetti della salute e del benessere del paziente. Il problema e' spesso sottovalutato soprattutto nei casi di dolore benigno. Ma se il dolore cronico benigno puo' essere curato in ambito riabilitativo, in modo da restituire definitivamente ai pazienti una qualita' di vita altrimenti compromessa, il dolore maligno puo' essere affrontato con le cure palliative in fase terminale. Il Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell'Azienda ospedaliera San Giovanni - Addolorata e' tra i pochi centri a livello regionale e nazionale che ha da tempo investito in una Medicina del Dolore strutturata per dare risposte concrete al territorio "Non e' semplice prendere in carico un paziente con dolore che spesso e' reduce da percorsi assistenziali lunghi e travagliati. E' necessario, pertanto, garantire - dichiara il prof. Mario Di Lazzaro, Direttore del Dipartimento di Anestesiologia e Rianimazione dell'Azienda ospedaliera San Giovanni - Addolorata - un'assistenza continua che deve certamente includere una medicina di base capace di riferire i pazienti a centri specializzati in grado di garantire i trattamenti piu' appropriati ed efficaci". Oggi lo specialista possiede un vero e proprio bagaglio con diverse e svariate possibilita' terapeutiche per la cura e la gestione del dolore. "L'approccio - continua Di Lazzaro - prevede sia il ricorso a terapie di tipo non interventistico, come quelle farmacologiche, psicologiche e riabilitative, sia di tipo chirurgico. L'obiettivo e' minimizzare il dolore e garantire al paziente una buona qualita' di vita oltre al recupero delle normali capacita' funzionali. Se oggi le cure ci sono e danno ottimi risultati, la difficolta' risiede proprio nella diagnosi del dolore con solo il 2% dei pazienti che ne soffrono che si rivolgono allo specialista. Colpa la disinformazione innanzi tutto, come dire le cure ci sono, ma medici e pazienti non ne sono informati"
fonte:http://salute.agi.it/primapagina/notizie/201002221222-att-rsa1010-un_italiano_su_4_con_dolore_cronico_domani_seminario_a_roma
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