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Aspirina: potrebbe preservare da molti tumori


Prende sempre più corpo la constatazione circa la possibilità che l’aspirina preservi in qualche modo dal cancro, senza chiaramente scongiurarlo del tutto, ma, per lo meno, creando le condizioni affinché le possibilità di sviluppare un cancro si allontanino sempre di più. A giungere as questo risultato ha pensato stavolta una ricerca condotta da scienziati del Cancer Research Centre for Epidemiology e pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology, che segue ad altre osservazioni analoghe effettuate nel passato andate, più o meno, nella stessa direzione.Uno studio complesso ed articolato quello effettuato dai ricercatori britannici effettuato su una popolazione vastissima di 50.000 persone che ha portato alla conclusione che l’acido acetilsalicilico, appunto l’aspirina, con la sua capacità di bloccare gli effetti dell’enzima Cox, di fatto non si limiterebbe a contrastare solamente le infiammazioni, come del resto fanno tutti fans, dei quali l’aspirina è il capostipite, ma anche a contrastare quelle infiammazioni che in qualche modo sono ascritti a molti tumori.

Che molte persone, soprattutto di età avanzata, abbiano già assunto l’abitudine di assumere l’aspirina, per i suoi effetti antiaggreganti e dunque dopo un accidente vascolare, un infarto o per prevenire tali situazioni patologiche, non è un mistero, si tratta a questo punto di estendere tale prescrizione ad un numero sempre maggiore di pazienti anche in assenza di quelle indicazioni a carico dell’apparato cardiovascolare.

Proprio quest’ultimo studio effettuato nel Regno Unito, seguito a lavori scientifici analoghi, potrebbe indurre molti medici ad orientarsi verso queste nuove terapie, resta il fatto che l’aspirina assunta per lo più a vita da questi pazienti non è del tutto esente da fenomeni avversi, in primis, gastropatie, compresi eventuali danni renali a seguito di un uso prolungato, anche se oggi si dispone di farmaci in grado di proteggere la mucosa gastrica dall’ ” aggressione ” della aspirina, nota per essere altamente gastrolesiva, resta da capire come limitare gli eventuali danni ai reni da un uso prolungato della molecola farmacologica.

Pubblicato da Giuliano
fonte:www.tantasalute.it

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