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Iarc: 15 - 20 % dei tumori provengono da agenti infettivi


Roma, 29 apr. - Studi epidemiologici e biologici hanno confermato, in via definitiva, che gli agenti infettivi sono fra le cause più rilevanti e specifiche nell'insorgenza di diversi tumori maligni accertati nelle varie parti del mondo. Queste le conclusioni a cui sono arrivati 36 esperti internazionali, provenienti da 16 paesi di tutti i continenti, che si sono incontrati a Lione presso l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) del Who / Oms per rivalutare la carcinogenicità degli agenti biologici già classificati come 'cancerogeni per gli esseri umani' e identificare ulteriori tumori o sedi anatomiche di tumore insieme a meccanismi di carcinogenesi.

Queste valutazioni saranno pubblicate nel volume n. 100, parte B, delle monografie dello Iarc / Whom; mentre, nel numero di aprile della rivista scientifica "The lancet oncology", è stata riportata una sintesi preliminare dei risultati del Working group.

La percentuale dei tumori maligni attribuiti in termini eziologici ad agenti infettivi è più alta nei paesi in via di sviluppo (26 %) mentre è significativamente più bassa nei paesi sviluppati (8 %). Il totale di tumori maligni attribuibili a infezione nell'anno 2002 è stato stimato in 1,9 milioni di casi, ossia il 17,8 % dell'insieme dei tumori maligni.

I principali agenti infettivi già classificati come "cancerogeni per gli esseri umani" e confermati come tali dal gruppo di lavoro comprendono il virus dell'epatite B (Hbv), quello dell'epatite C (Hcv), il Kshv (Kaposi sarcoma associated herpes virus), Hiv - 1, il virus di Epstein - Barr (Ebv), il papillomavirus (Hpv) e l'Helicobacter pylorii (Hp).

I tumori "favoriti" da queste infezioni sono il carcinoma epatocellulare (provocato da Hbv e Hcv, che infettano, rispettivamente, oltre 300 milioni e 170 milioni di persone in tutto il mondo, principalmente in Asia e in Africa), i linfomi non - Hodgkin (Hcv), il carcinoma rinofaringeo, uno dei tumori più comuni nel sud est asiatico (Ebv), il linfoma di Burkitt nei bambini in Africa (sempre Ebv), il carcinoma gastrico (ancora Ebv - nuove evidenze indicano un ruolo di questo virus nel 5 - 10 % dei casi di questo tumore in tutto il mondo - e Hp), i linfomi Malt (mucosa - associated lymphoid tissue) gastrici (Hp), il sarcoma di Kaposi (Kshv, con rischio relativo superiore a 10, come emerge da 22 studi di coorte e da 80 studi caso - controllo), il carcinoma della cervice uterina (alcune specie filogeneticamente correlate dell'Hpv).

Inoltre, gli individui che sono infettati con Hiv - 1 hanno un alto rischio di sviluppare un tumore maligno. L'infezione da Hiv - 1, principalmente attraverso l'immunosoppressione, porta a un aumento di replicazione di virus oncogeni quali Ebv e Kshv. "In conclusione - sostiene Antonino Carbone, membro del Working group riunitosi presso lo Isrc di Lione e direttore del dipartimento di Patologia diagnostica e laboratorio della Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori - la percentuale complessiva nelle varie parti del mondo di tumori maligni causati da agenti infettivi è stata valutata fra il 15 e il 20 %".

"La percentuale di infezione correlata a cancro - sottolinea Carbone - è più alta nei paesi in via di sviluppo a causa della più alta prevalenza di infezione primaria con gli agenti infettivi coinvolti (e.g. Hbv, Hp, Hpv e Hiv) e assenza di programmi di screening per lesioni cervicali precancerose Hpv - correlate".

Il membro del Working group spiega infine perchè questo studio sia importante: "L'identificazione di nuove sedi anatomiche di cancro attribuita a questi agenti biologici significa che un numero sempre maggiore di tumori maligni è potenzialmente prevenibile".

fonte:www.diregiovani.it

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