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LO IOV SI DOTA DEL TERZO ENDOMICROSCOPIO CONFOCALE IN ITALIA CAPACE DI INDIVIDUARE LE ALTERAZIONI CELLULARI DELL'APPARATO DIGERENTE


Grazie ad una donazione della Fondazione Antonveneta
sara' possibile effettuare diagnosi precoci delle lesioni tumorali anche profonde,
riducendo il ricorso a biopsie ed interventi chirurgici

Padova, 27 febbraio 2009 - L'Istituto Oncologico Veneto e' il terzo Centro in Italia ad essersi dotato di un Endomicroscopio Confocale Laser, uno strumento all'avanguardia che permette di individuare le alterazioni cellulari dell'apparato digerente in tempo reale, direttamente durante l'esame. Grazie ad una donazione della Fondazione Antonveneta, lo IOV ha potuto acquistare la nuova macchina, che e' costata 240.000 euro, facendo un notevole passo avanti sul fronte della diagnosi precoce delle lesioni tumorali.

L'apparecchio riunisce la tecnologia di un tradizionale endoscopio con quella di un microscopio di altissima precisione. Questa combinazione permette di riprodurre simultaneamente, su due monitor distinti, da un lato l'immagine delle pareti della parte di organo in osservazione, dall'altro quella dei vasi, del tessuto connettivo, delle singole cellule e della loro struttura, proprio come apparirebbero osservando un vetrino di una biopsia.

A rendere possibile la riproduzione di un'immagine microscopica, ossia la visione delle singole cellule in vivo, e' l'emissione di una luce laser che, proiettata direttamente dall'endoscopio sulle pareti intestinali, eccita, rendendola fluorescente, una sostanza, la fluoresceina, somministrata al paziente per via endovenosa.

Grazie al nuovo strumento, gia' utilizzato nell'Ospedale di Crema e allo IEO di Milano, e' possibile analizzare non solo la superficie della parete intestinale, ma anche gli strati immediatamente sottostanti. Infatti mentre con gli endoscopi di ultima generazione l'immagine puo' essere ingrandita solamente fino a 150 volte e comunque fornisce una visione solo della superficie delle viscere, quella ottenuta con l'endomicroscopio confocale viene ingrandita 1.000 volte, rendendo possibile riconoscere alterazioni estremamente piccole e non sempre superficiali, finora diagnosticabili esclusivamente con una biopsia e successivo esame istologico.

"La metodologia e' indubbiamentemolto piu'complessa di una normale endoscopia - sottolinea il dottor Giorgio Battaglia, Responsabile dell'Unita' di Endoscopia Oncologica ad Alta Tecnologia dell'Istituto Oncologico Veneto - e oggi non e' ancora applicabile in modo diffuso, tuttavia i vantaggi del suo impiego nei casi in cui e' indicata, in particolare nelle patologie con possibile degenerazione neoplastica, sono grandissimi".

Nello specifico con questo strumento sara' possibile valutare con esattezza se e dove effettuare un prelievo di tessuto nelle aree sospette, riducendo cosi' fino all'80% il numero di campioni raccolti e permettendo, quando necessario, di trattare subito il paziente con metodiche endoscopiche, senza dover attendere l'esito del prelievo istologico.

Le prime applicazioni del nuovo apparecchio riguardano soprattutto le malattie infiammatorie croniche intestinali e l'Esofago di Barrett. Quest'ultima patologia, studiata con particolare attenzione all'Istituto Oncologico Veneto, e' una lesione precancerosa, che si manifesta in soggetti affetti da reflusso gastro-esofageo cronico. In Italia il 44% della popolazione soffre di una sintomatologia da reflusso piu' o meno grave e nel 12% dei casi si osservano danni alla mucosa dell'esofago (esofagite), che portano all'insorgenza del Barrett nell'1,3% dei pazienti. Poiche' ogni anno l'1% dei pazienti affetti da Barrett degenera in cancro, e' indispensabile effettuare controlli periodici che, a seconda della gravita' della patologia, possono essere necessari anche ogni 3 mesi. Solo in Veneto ad esempio si assiste alla comparsa di 120 nuovi casi di questa tipologia di tumore all'anno.

Le possibilita' di applicazione in prospettiva, grazie all'endomicroscopio laser confocale sono ancora piu' importanti. In questi ultimi anni infatti la ricerca in campo oncologico e' orientata ad identificare specifiche molecole prodotte dalle cellule tumorali che ne regolano la moltiplicazione e la crescita. Le nuove terapie antitumorali utilizzano farmaci che si attaccano a queste molecole bloccandone la funzione. Rendendo fluorescenti questi farmaci sara' possibile, utilizzando il laser confocale, evidenziare le cellule in cui si e' localizzato maggiormente il farmaco. Si potranno cosi' non solo identificare con estrema facilita' le neoplasie, ma anche verificare l'efficacia dei prodotti anti-tumorali impiegati.

Per informazioni alla stampa:
Istituto Oncologico Veneto - I.R.C.C.S. - Via Gattamelata 64 - Padova - Tel. 349 1368017

fonte:www.padovanews.it

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