Alla domanda "possiamo fare davvero qualcosa come singoli per arrivare
a un consumo sostenibile?" la risposta giusta è "Certo, non solo, ma
quello che possiamo fare sul fronte della scelta del nostro cibo è
decisamente più potente di quello che possiamo fare in ogni altro
campo!". È questa, la via da seguire: modificare le nostre
abitudini alimentari per avere un impatto ambientale e sociale molto
minore.
Per comprendere i motivi dell'enorme impatto sull'ambiente della
produzione di carne, occorre notare che gli animali d'allevamento sono
"fabbriche di proteine alla rovescia".
Infatti gli animali d'allevamento consumano molte più calorie,
ricavate dai vegetali, di quante ne producano sotto forma di carne,
latte e uova: come "macchine" (così sono ormai considerati nella
moderna zootecnia, anche se macchine di certo non sono) che convertono
proteine vegetali in proteine animali, sono del tutto inefficienti. Il
rapporto di conversione da mangimi per gli animali a "cibo" per gli
umani varia da 1:30 a 1:4, a seconda della specie animale. Vale a
dire: per ogni kg di carne che si ricava da un animale, lo stesso
animale deve mangiare mediamente 15 kg di vegetali, appositamente
coltivati. Questo causa uno spreco enorme di terreni fertili, energia,
acqua, sostanze chimiche, causa emissioni di gas serra e crea il
problema dello smaltimento delle enormi quantità di deiezioni animali
altamente inquinanti.
Questo è il nocciolo della questione, lo spreco intrinseco della
trasformazione vegetale -> animale. Su questo tema esistono vari studi
scientifici che danno risultati numerici inequivocabili: è ormai
urgente diminuire, a livello planetario, i consumi di alimenti
animali. Ognuno di noi può fare la sua parte, la responsabilità è di
tutti.
fonte:tv.saicosamangi.info
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