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Infarto: arriva il farmaco che lo evita



Si chiama Prasugrel ed è un farmaco che dovrebbe trovare presto spazio nelle farmacie in grado di prevenire infarti o ictus non mortali in quei pazienti affetti da sindromi coronariche acute che abbiamo subito un intervento coronarico percutaneo. Il farmaco è prodotto da due aziende farmaceutiche, Sankyo e Lilly.
Tale farmaco risulta essere una prosecuzione della ricerca medica cardiologica volta all’acquisizione di quelle sostanze in grado di prevenire l’aggregazione piastrinica che causano proprio accidenti vascolari fra quelli citati, atteso il fatto che fin’ora, nonostante la validità dei farmaci precedenti al Prasugel, si è assistito sovente ad un successivo episodio vascolare che mette in serio rischio la vita dei pazienti.

Lo dimostra il dato secondo il quale nella sola Europa sono almeno 700 mila le persone che decedono dopo un primo episodio di ictus o infarto, nonostante le tempestive cure loro applicate, come ha ricordato Takashi Shoda, presidente e direttore generale di Daiichi Sankyo Co., Ltd.

Il farmaco inibisce l’attivazione piastrinica e dunque evita che queste strutture si aggreghino fra di esse dando luogo a trombi che finiscono con l’occludere i vasi e dunque impedendo al sangue di circolare liberamente; il risultato finale cui si assiste è la necrosi di quei tessuti scarsamente irrorati o, addirittura, in casi gravi, per nulla ossigenati per via diegli impedimenti meccanici ematici.

” I pazienti che sopravvivono a un primo attacco di cuore hanno un sostanziale rischio di andare incontro a uno o piu’ nuovi ulteriori attacchi di cuore,” ha affermato John C. Lechleiter, presidente e direttore generale di Lilly. L’efficacia del farmaco e’ confermata dallo studio TRITON-TIMI 38, che ha dimostrato la superiorita’ di prasugrel rispetto a clopidogrel, entrambi assunti con acido acetilsalicilico “.

Tale associazione farmacologica ha ridotto del 19% il rischio di morte cardiovascolare infarto miocardico non fatale o ictus non fatale in pazienti affetti da Sindrome Coronarica Acuta , così come si sarebbe addirittura dimezzato il rischio di formazione di trombi, spesso ad esito infausto per il paziente, rispetto ai farmaci fin’ora utilizzati.

Pubblicato da Giuliano,
fonte:www.tantasalute.it

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