quando il cervello ha perso un 20% delle sue cellule. Questa scoperta può dare più tempo ai medici per trattare le persone. Le scansioni del cervello di 20 persone predisposte alla malattia, di età compresa tra 18 e 26 anni, hanno mostrato differenze rispetto a quelle di altre 24 persone non predisposte al morbo di Alzheimer. Anche il fluido che bagna il cervello e la spina dorsale contiene alti livelli della proteina chiamata beta-amiloide e questo può permettere di rilevare i sintomi della malattia, nei pazienti predisposti, più di vent’anni prima della comparsa, come ha dichiarato il dottor Eric Reiman, uno degli scienziati coinvolti: “Queste scoperte suggeriscono che le mutazioni nel cervello intervengono molti anni prima che il morbo si manifesti”. Rimane il problema di scoprire, una volta trovata la cura, quando iniziare a trattare un paziente predisposto. Il dottor Simon Ridley, direttore della ricerca presso Alzheimer’s Research (UK) ha detto che: “Nuovi medicinali vengono continuamente sviluppati e testati per arrivare a bloccare la beta-amiloide, ma questa ricerca evidenzia che altrettanto importante sarà capire quando intervenire perché una terapia anticipata abbia successo”.
fonte:http://www.urcaurca.it
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