«È un consiglio che do spesso: le terapie invasive si possono evitare»
di Enza Cusmai
Umberto Tirelli, direttore di oncologia medica all’Istituto nazionale tumori di Aviano, ha sentito cosa dice Silvio Berlusconi, a proposito del cancro?
Cosa dice?
Che bisogna rivolgersi almeno a tre specialisti prima di rassegnarsi all’operazione. Cosa ne pensa?
«Sì, sono d’accordo con il premier, soprattutto se si parla di tumore della prostata o di certi linfomi o certe leucemie. Non sempre i tumori devono venire trattati in maniera aggressiva. E soprattutto quando si parla di prostata, nelle fasi iniziali della malattia, la radioterapia è un’alternativa molto valida alla chirurgia».
Perché?
«Con la chirurgia, gli effetti collaterali sono severi in merito alla potenza sessuale e alla incontinenza. La radioterapia, invece, fatta da mani esperte, offre gli stessi risultati con effetti collaterali inferiori. Purtroppo, nel nostro paese, la radioterapia viene usata meno di quanto si potrebbe fare. E in alcuni casi non serve neanche quella».
Cioè il tumore si può dominare senza farmaci?
«Sì, se siamo in fase iniziale e se parliamo di particolari sottogruppi di pazienti. La diagnosi di cancro alla prostata non necessariamente richiede un trattamento aggressivo. Ma può essere trattato con una politica di attesa».
Insomma, non c’è da fidarsi di una voce medica sola, meglio due o tre?
«Si deve sentire sia il chirurgo sia il radioterapista soprattutto quando la prospettiva non è univoca».
Invece nei nostri ospedali...
«Può succedere che un urologo suggerisca l’intervento mentre il radioterapista dice il contrario».
E così salta fuori il terzo uomo come ha suggerito il premier.
«Esatto. In un certo gruppo di tumori e in particolare età, l’oncologo medico può addirittura suggerire di non fare nessuna delle due cose».
Ma se un paziente non capisce nulla di medicina così si confonde.
«Purtroppo nel tumore della prostata si fanno troppo di frequente biopsie. Inoltre, i medici devono consigliare ai pazienti metodi meno invasivi della chirurgia. A settant’anni, per esempio, non è necessario un trattamento subito, si può rimandare, evitando effetti collaterali. L’ormonoterapia provoca impotenza, la chirurgia l’incontinenza, la radioterapia forti infiammazioni».
E allora perché tutti fanno comunque qualcosa?
«Quello che dice Berlusconi io lo dico da sempre ai miei pazienti: meglio non fare niente a una certa età perché il tumore è così lento che non richiede neppure un trattamento ormonale. Ma molti vogliono eliminare il cancro e non tengono conto della biologia del tumore che può non dare problemi per il resto della vita».
fonte:http://www.ilgiornale.it/interni/_consiglio_che_do_spesso_terapie_invasive_si_possono_evitare/25-05-2010/articolo-id=447881-page=0-comments=1
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