la nuova frontiera è il wireless
Le aziende studiano medicine in grado di monitorare costantemente la salute per inviare informazioni al paziente e aiutarlo a ricordare quando curarsidi KATIA RICCARDI
"NEL DUEMILA, noi non mangeremo più né bistecche, né spaghetti col ragù, prenderemo quattro pillole e con gran semplicità..." cantava Bruno Martino nel '59. Il Duemila è arrivato e le case farmaceutiche sono proiettate al futuro, spendono in ricerca e guardano avanti. O direttamente dentro il corpo umano. Per farlo il nuovo orizzonte è la tecnologia wireless. Lo stesso meccanismo utilizzato da internet e cellulari potrebbe a breve essere applicato a medicine e pillole. Lo scopo degli scienziati è sviluppare dispositivi in grado di monitorare lo stato di salute del paziente, di trasmettergli dati costantemente, di inviarli al medico curante o a qualsiasi altro membro della famiglia. Per farlo bisognerà solo ingoiare una pillola con dentro un microchip sottile come un capello.
Mandare giù la pillola-microchip potrebbe sembrare un concetto invasivo (ai cani vengono già inseriti nella gamba per il riconoscimento al posto del vecchio tatuaggio), in realtà secondo uno studio effettuato dal New England Healthcare Institute, questo sistema potrebbe potenzialmente far risparmiare ogni anno circa 290 miliardi di dollari agli Stati Uniti che invece si perdono proprio perché le persone non prendono le medicine seguendo le prescrizioni. L'organizzazione mondiale della Sanità (World Health Organization) avverte infatti che solo il 50 per cento dei malati con patologie croniche si cura 'diligentemente', ma la percentuale diminuisce nei Paesi in via di sviluppo.
"La limitata adesione alla medicazione, talvolta definita il 'secondo problema di droga americano' giustifica lo sviluppo di questo tipo di ricerca tecnologica sui medicinali" spiega Vicki Conn, della University of Missouri School of Nursing. Una delle ultime invenzioni è proprio una pillola che, una volta ingerita, è in grado di trasmettere varie informazioni, dagli effetti collaterali al beneficio reale sul corpo di un determinato paziente. Una delle prime società a sviluppare l'idea del pillolone intelligente è la californiana Proteus Biomedical e Novartis AG ha recentemente investito 24 milioni di dollari per assicurarsi la licenza sul brevetto e la distribuzione. Funziona così. Il paziente ingoia la pillola che contiene sia la medicina che il sensore microchip ultra sottile. Il sensore è fatto con materiale organico, cibo e vitamine, molto piccolo e assolutamente gestibile dall'organismo umano, almeno secondo quanto sostiene il direttore generale della Proteus, Andrew Thompson, e viene attivato dall'acido dello stomaco del paziente. "In poche parole il corpo stesso funziona da batteria", ha spiegato Thompson. A quel punto il chip invia un segnale a un cerotto impermeabile che la persona indossa e che registra battito cardiaco, temperatura corporea, pressione, sonno e altri parametri, fino alle immagini interne come già fa la pillola-telecamera utilizzata per la gastroscopia. Quando il paziente si avvicina al suo telefono cellulare (fino a sei metri di distanza), i dati criptati vengono inviati a Proteus, che li elabora e li rimanda indietro in forma leggibile direttamente al telefonino o in email.
Mandare giù la pillola-microchip potrebbe sembrare un concetto invasivo (ai cani vengono già inseriti nella gamba per il riconoscimento al posto del vecchio tatuaggio), in realtà secondo uno studio effettuato dal New England Healthcare Institute, questo sistema potrebbe potenzialmente far risparmiare ogni anno circa 290 miliardi di dollari agli Stati Uniti che invece si perdono proprio perché le persone non prendono le medicine seguendo le prescrizioni. L'organizzazione mondiale della Sanità (World Health Organization) avverte infatti che solo il 50 per cento dei malati con patologie croniche si cura 'diligentemente', ma la percentuale diminuisce nei Paesi in via di sviluppo.
"La limitata adesione alla medicazione, talvolta definita il 'secondo problema di droga americano' giustifica lo sviluppo di questo tipo di ricerca tecnologica sui medicinali" spiega Vicki Conn, della University of Missouri School of Nursing. Una delle ultime invenzioni è proprio una pillola che, una volta ingerita, è in grado di trasmettere varie informazioni, dagli effetti collaterali al beneficio reale sul corpo di un determinato paziente. Una delle prime società a sviluppare l'idea del pillolone intelligente è la californiana Proteus Biomedical e Novartis AG ha recentemente investito 24 milioni di dollari per assicurarsi la licenza sul brevetto e la distribuzione. Funziona così. Il paziente ingoia la pillola che contiene sia la medicina che il sensore microchip ultra sottile. Il sensore è fatto con materiale organico, cibo e vitamine, molto piccolo e assolutamente gestibile dall'organismo umano, almeno secondo quanto sostiene il direttore generale della Proteus, Andrew Thompson, e viene attivato dall'acido dello stomaco del paziente. "In poche parole il corpo stesso funziona da batteria", ha spiegato Thompson. A quel punto il chip invia un segnale a un cerotto impermeabile che la persona indossa e che registra battito cardiaco, temperatura corporea, pressione, sonno e altri parametri, fino alle immagini interne come già fa la pillola-telecamera utilizzata per la gastroscopia. Quando il paziente si avvicina al suo telefono cellulare (fino a sei metri di distanza), i dati criptati vengono inviati a Proteus, che li elabora e li rimanda indietro in forma leggibile direttamente al telefonino o in email.
L'idea è quella di rendere i pazienti e le loro famiglie in grado di controllare lo stato di salute in maniera più autonoma. "Le informazioni che la pillola raccoglie potranno poi essere condivise esclusivamente con il permesso del paziente stesso", ha specificato Thompson aggiungendo che la Proteus sta studiando l'aspetto della privacy proprio in questo periodo. La pillola è già sotto sperimentazione per malattie cardiache, ipertensione e tubercolosi ma sarà presto testata anche per diturbi psichici. Il prodotto dovrebbe essere immesso sul mercato alla fine del 2011, ha concluso Thompson. I tempi potrebbero però subire cambiamenti dovuti ai controlli che, in ogni caso, la Novartis garantisce, come ha spiegato il dottor Eric Topol, del West Wireless Health Institute, un'organizzazione non-profit che segue gli sviluppi della tecnologia wireless legata alla salute. "Con moltissime malattie, con l'oncologia o nei casi di trapianti, il monitoraggio costante è fondamentale e vista da questa prospettiva, quello che questa nuova tecnlogia permetterà è facile da intuire e senza dubbio utile" ha detto Joe Jimenez, il direttore generale della Novartis.
Ma non finisce qua. Diverse società stanno già studiando pillole in grado di rilasciare le medicine in base ai dati ricevuti dal corpo tramite un sensore. La MicroCHIPS Inc. di Bedford, Massachusetts, sta sviluppando un impianto che potrà monitorare il livello di glucosio nel sangue e il meccanismo per fornire wireless i dati ai diabetici. Esiste anche l'iPill della Philips, un sistema che invia le informazioni a un'unità di controllo esterna sempre pronta a intervenire in caso di bisogno o allarme. Una specie di metronotte della salute.
Per ricordarsi di prendere la medicina non servirà sempre ingoiare la pillola. Il GlowCap creato dalla Vitality Inc. del Massachusetts, è un coperchio intelligente che diventa arancione quando è ora di prendere la medicina e che si mette a suonare se non viene presa entro un'ora dall'avviso. E' venduto insieme a una lucetta da notte che comunica wireless col coperchio e diventa arancione, anche lei, all'ora prestabilita. Se neanche così si prende la pillola, il GlowCap manda il messaggio della negligenza alla casa madre che invia un sms o telefona direttamente a casa dopo poche ore. Il coperchio è già in vendita su Amazon.com a 99 dollari ma lo scopo finale di Joshua Wachman, il presidente di Vitality, è quello di arrivare per legge ad applicarlo sulle medicine in vendita. Ricordarsi di prendere le pillole, anche amare, insomma è l'ultima frontiera. Ora lo zucchero non basta più.
fonte:http://www.repubblica.it/scienze/2010/02/05/news/pillole-futuro-2199393/
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