giovedì
Prodotto il primo spermatozoo artificiale in laboratorio
Che sia cominciato il declino del maschio? Per ora non si sbilanciano i ricercatori inglesi che hanno ottenuto questo grande risultato, ma certo è che l’uomo tra qualche decennio potrebbe essere considerato un umano di serie B perché non più necessario alla riproduzione.Lo diventerà probabilmente a causa di una nuova scoperta fatta all’Università di Newcastle in cui alcuni ricercatori, che hanno tentato di riprodurre sia lo spermatozoo maschile che l’ovulo femminile, sono arrivati ad una conclusione molto semplice: lo sperma si può riprodurre, l’ovulo no. Le donne possono stare tranquille ancora a lungo, mentre i maschietti forse farebbero bene a preoccuparsi.
Gli scienziati inglesi sono riusciti a far maturare uno spermatozoo da una cellula staminale embrionale umana il quale, almeno a livello teorico, sarebbe in tutto e per tutto capace di fecondare una cellula uovo. A livello teorico, appunto. Perché a livello pratico la situazione cambia molto. Prima di tutto, gli scienziati non sono sicurissimi che questo spermatozoo sia in grado di riuscire a fecondare un ovulo. Secondo le prime stime, gli manca quella “vivacità”, o più scientificamente quella motilità, tipica degli spermatozoi umani.
E poi ci sarebbero anche gli aspetti più “umani”. Mancando l’ingegneria genetica, o essendo questa progettata in laboratorio, c’è il rischio che il futuro figlio nasca deforme o con chissà quali malattie genetiche, quando non morto. Per adesso però i cattolici o tutti quelli che sono contro queste sperimentazioni sull’essere umano possono stare tranquilli. La legge britannica vieta categoricamente di fecondare un ovulo con uno spermatozoo prodotto in laboratorio, e come questa, vi si oppongono anche la legislazione americana e quelle di quasi tutto il mondo. Ma dunque, perché questa ricerca è stata effettuata?
Se nessuno vuole creare un bambino in provetta (letteralmente), che senso avrebbe questa ricerca? Ce lo spiega Karim Nayernia, professore di genetica umana e capo dei ricercatori dell’Università di Newcastle. L’obiettivo principale è quello di capire cosa avviene durante il processo di creazione degli spermatozoi. Dopodiché si tenterà di comprendere perché alcuni di essi fanno “flop”, cioè non riescono a fecondare l’ovulo, e dunque trovare un rimedio all’infertilità maschile. Per questo, conclude Nayernia, la previsione è che tra 5-10 anni lo spermatozoo in vitro potrà risolvere ogni problema degli uomini con problemi di fertilità.
Di Marco Mancini, in Bioetica, Nuove frontiere mediche.
[Fonte: Repubblica]
http://www.medicinalive.com/costume/bioetica/prodotto-spermatozoo-artificiale-laboratorio/
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