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Meningite, è italiana la protezione totale


Nuovo vaccino: il 13valente sostituisce l'eptavalente Protegge i piccoli ed estende i benefici alla comunità.

Un vaccino antipneumococco che possa proteggere i bambini da 13 sierotipi, ovvero da 13 ceppi diversi dello stesso batterio. La buona notizia arriva proprio in occasione della Giornata Mondiale contro la Meningite Non è solo un'ipotesi allo studio, ma un nuovo vaccino, il 13valente, attualmente in fase di registrazione. In attesa della sua introduzione, la vaccinazione pneumococcica procede con l'eptavalente, che ha già dato prova di ottima tollerabilità, immunogenicità ed efficacia. La sostituzione di un vaccino, già adottato in quasi tutto il territorio nazionale, impone delle attente valutazioni al fine di assicurare un reale e tangibile miglioramento per la comunità. In tutto il mondo, in base ai dati dall'Oms, le infezioni da pneumococco uccidono annualmente un milione e 600 mila persone, di cui circa un milione sono bambini: questi dati pongono tali infezioni come la prima causa prevenibile di morte in età pediatrica.

Nei Paesi che hanno adottato la vaccinazione antipneumococcica nei propri programmi di immunizzazione nazionale, come l'Italia, è stato possibile arginare l'emergenza. L'impiego del vaccino eptavalente, che consente la protezione da 7 sierotipi dello pneumococco, consente infatti non solo di ridurre del 95% l'incidenza di patologie invasive da sierotipi vaccinali, come meningite e sepsi, che possono portare a morte o a invalidità permanenti. Ma anche di proteggersi dalle infezioni pneumococciche non invasive, polmonite e otite in particolare, magari meno gravi ma certamente più frequenti, per le quali sono spesso necessari ricoveri ospedalieri e lunghe terapie antibiotiche. I nuovi vaccini attualmente in fase di registrazione devono essere valutati secondo precisi criteri. Il primo fondamentale criterio da rispettare è il correlato di protezione, termine con cui l'Oms ha fissato la concentrazione minima di anticorpi che deve essere rispettata da tutti i vaccini per offrire protezione non solo nei confronti del singolo soggetto vaccinato ma anche e soprattutto della collettività. Ogni sierotipo contenuto in un vaccino pneumococcico, quindi, deve raggiungere una concentrazione anticorpale minima di 0.35 microgrammi per millilitro nei soggetti vaccinati, per garantire almeno efficacia equivalente a quello già impiegato e la protezione della comunità.

Se il nuovo vaccino da introdurre in Sanità Pubblica non rispetta questo standard non può essere definito "migliore" del precedente. Oltre al correlato di protezione il nuovo vaccino deve proteggere verso i sierotipi emergenti, coprire un'ampia gamma di patologie, esser compatibile con i calendari vaccinali, associabile ad altri vaccini e sicuro. Sono quindi quattro gli elementi fondamentali per l'introduzione di un nuovo vaccino contro lo pneumococco nel calendario vaccinale: epidemiologico, immunologico, clinico e pratico. «Una "prova" che il vaccino eptavalente esistente sul mercato ha ampiamente superato. E che dovranno superare i nuovi vaccini che avremo presto a disposizione, uno contenente 10 sierotipi e un altro 13. Abbiamo sperimentato con esiti fino ad ora del tutto positivi un nuovo vaccino che sarà in grado di offrire protezione verso ben tredici sierotipi, attualmente in fase di registrazione. E che fino a ora ha dato prova di garantire tutti i criteri indispensabili fissati dall'Oms e dalla pratica clinica.

di Nicola Principi (Università di Milano Coordinatore dello studio italiano sul nuovo vaccino 13valente)

fonte:iltempo.ilsole24ore.com

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