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La Sindrome Metabolica: il nemico silenzioso.

Che cos’è la sindrome Metabolica?, E’ curabile? Si può prevenire? Come fare per sapere se si è affetti da questa patologia?

Da qualche tempo si è cominciato realmente a parlare della Sindrome Metabolica, patologia scoperta durante gli anni 50 quando il Diabetologo francese Jean Vague aveva sottolineato la pericolosità dell’obesità androide (grasso accumulato prevalentemente sull’ addome), quale condizione che predispone al diabete nell’adulto.

La sindrome metabolica si riassume in una serie di disordini che non danno sintomi visibili, e per questo viene anche chiamata il “nemico silenzioso”.

Come accorgersi di essere affetti da Sindroma Metabolica?

Solitamente la diagnosi di Sindroma Metabolica viene effettuata quando si presentano 3 o più dei seguenti disturbi:

Obesità Centrale (circonferenza vita > 94 cm nei maschi, > 80 cm nelle femmine)
Intolleranza al glucosio (glicemia alta)
Ipertensione arteriosa (maggiore di 140/90 mmHg)
Ipertrigliceridemia (maggiore di 150 mg/dl)
Colesterolo alto (maggiore di 200 mg/dl)
Acido Urico elevato
L’inizio della sindrome metabolica viene solitamente indicato quando il soggetto presenta un soprappeso o un accumulo di grasso addominale superiore al valore medio per l’età e il sesso. A quel punto comincia il vero problema, poichè il sovrapeso e il grasso addominale in eccesso provocano un aumento della produzione di insulina (ormone che regola l’adeguato utilizzo del glucosio).
L’ eccesso di grasso addominale provoca il conosciuto “fegato grasso”, cioè lo stato in cui il fegato viene coperto dal grasso e produce fino al 30% in più di glucosio , causando livelli di glicemia elevati a digiuno, spesso fra i 110 e 130 mg/dl, contribuendo cosi allo sviluppo dell’intolleranza glucidica (IGT) e poi del diabete di tipo 2.
Gli obesi sono coinvolti in un giro vizioso in cui l’insulino–resistenza e l’iperinsulinemia possono essere sia il momento facilitante dell’iniziale sovrapeso, sia l’aggravante di una spirale soprappeso/ insulino–resistenza/iperinsulinemia/obesità/grave obesità.

Gli altri disordini della sindrome metabolica sono conseguenza diretta del sovrappeso o dell’obesità. Basta solo rompere il ciclo per poter combattere la sindrome: nonostante si possa vivere senza particolari fastidi pur essendo affetti, purtroppo è considerata una bomba ad orologeria che può provocare in qualsiasi momento la morte di chi ne soffre da molto tempo.
La sindrome Metabolica si tratta in diverse maniere, attraverso la terapia farmacologia, con trattamento di Metformina, e attraverso un cambio radicale dello stile di vita: alimentazione regolare e sana, ed attività fisica. Queste sono le tre chiavi per vincere questa sindrome.

(La metformina è un farmaco che inibisce la neoglucogenesi (produzione di glucosio da parte del fegato), e riduce il rilascio epatico di glucosio. Inoltre favorisce l’utilizzo muscolare del glucosio. La sua efficacia è in parte condizionata dall’entità del soprappeso e dal dosaggio del farmaco.)

Dieta e attività fisica: un importante cambio di vita per vivere meglio e a lungo.
Questa sindrome è una delle malattie in cui si può meglio riscontrare il contributo positivo che hanno l’ alimentazione e l’attività fisica, anche senza trattamento farmacologico, perche è gia stato comprovato che anche se il paziente assume regolarmente i medicinali, se non segue certi parametri di buona alimentazione l’effetto della terapia non ha nessun effetto positivo.
E’ noto infatti che le persone che seguono una dieta, perdono peso, e perdono percentuali di grasso corporeo, migliorano i livelli di insulina , migliorano la resistenza alla stessa, migliorano i livelli di pressione arteriosa, migliorano i livelli di colesterolo e di trigliceridi nel sangue, e di conseguenza riducono il rischio di morte per sindrome metabolica.
Il controllo dietetico dei soggetti con Sindroma Metabolica.
La base principale dell’alimentazione in questi casi è il controllo sull’indice glicemico degli alimenti, una scoperta di Jenkins, che consiste nel conoscere il comportamento dell’insulina dopo la digestione dei carboidrati, semplici o complessi, di ogni alimento.

Nella dieta si deve:

Non oltrepassare il 50% delle calorie giornaliere da carboidrati. L’ideale in questi tipi di pazienti è assumere il 45% delle calorie totali sottoforma di carboidrati
Ridurre il consumo di alimenti con alto IG (indice glicemico)
Non combinare in un solo pasto 2 o più cibi con alto IG
Ridurre l’apporto di sodio (sale) se il soggetto presenta anche ipertensione
Sostituire lo zucchero bianco o di canna con dolcificanti artificiali
Non consumare prodotti contenenti zucchero, che provocano un aumento dei livelli di insulina e contrasta l’effetto della Metformina
Aumentare la quantità di frutta e vegetali consumati durante il giorno
Aumentare il consumo di alimenti ricchi di fibre, perchè la fibra aiuta a ridurre i livelli di glicemia
Ridurre il consumo di grassi dal 30% al 35%, specialmente quelli saturi (come le fritture)
L’attività fisica:
Cosi come sono di vitale importanza la metformina e la dieta, tanto bisogna considerare anche l’attività fisica, per poter combattere davvero questa sindrome.
Basta camminare 180 minuti alla settimana, cioè camminare 60 minuti (1 ora) in pianura, a velocità regolare, 3 volte alla settimana per:

Ridurre il peso
Ridurre il grasso addominale
Migliorare la risposta dell’ insulina e del glucosio
Ridurre il colesterolo e i Trigliceridi
Prevenire ulteriori patologie o infarti
Conclusione:
è importante conoscere questa sindrome, magari per sapere se siamo possibili vittime silneziose. Le persone maggior rischio sono quelle che hanno avuto in famiglia casi di diabete, gli obesi e le persone che soffrono di insulino–resistenza.
I soggetti particolarmente a rischio dovrebbero effettuare un controllo ogni 6 mesi, per prevenire la malattie o cominciare il trattamento in tempo per prevenire futuri danni.
fonte:http://www.alimentazione-salute.it/alimentazione/29/la-sindrome-metabolica-il-nemico-silenzioso/

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