Aids è la sigla (inglese) della Sindrome da immunodeficienza acquisita, un’infezione causata dal virus Hiv, che distrugge le cellule del sistema immunitario, aumentando il rischio di infezioni «opportunistiche» (cioè causate da virus o batteri che approfittano della debolezza per insediarsi) o malattie potenzialmente mortali (tumori, linfomi, sarcoma di Kaposi).
Come avviene il contagio?
Sempre e solo attraverso il sangue, per contatto diretto tra ferite aperte o scambio di aghi e siringhe con persone sieropositive. La modalità di trasmissione più diffusa è il rapporto sessuale, quella più rara la trasfusione di sangue. Le donne sieropositive possono trasmettere il virus al figlio durante gravidanza, parto o allattamento.
È vero che il virus si può trasmettere con un bacio?
No, il virus non si trasmette con la saliva né con le lacrime, il sudore, la tosse, le punture di insetti, gli asciugamani o i bicchieri. Non si trasmette nei mezzi di trasporto, nei ristoranti, nelle scuole, nei luoghi pubblici in generale. Si trasmette solo per contatto di sangue.
È vero che l’Aids è la malattia dei gay?
Inizialmente lo si era pensato, perché i primi sospetti di una nuova malattia vennero quando, nel 1981, il Centro per il controllo delle malattie di Atlanta (Usa) identificò cinque casi di pneumocisti polmonari in cinque uomini gay. Inizialmente la malattia esplose tra gli omosessuali, che avevano una vita sessuale più libera. Poi si è visto che colpiva anche i tossicodipendenti, a rischio per via degli aghi, e gli eterosessuali con una vita promiscua.
Che cosa significa essere sieropositivi?
Significa che il virus è entrato nel corpo e può essere trasmesso ad altri. Poiché l’infezione produce anticorpi specifici anti Hiv, è possibile rilevarla con un test del sangue. Tra il momento del contagio e la comparsa degli anticorpi c’è però un «periodo finestra» di 4-6 settimane (in alcuni casi anche di 6 mesi), in cui si risulta sieronegativi al test, ma, avendo il virus in corpo, si può comunque trasmettere l’infezione.
Dove si fa il test dell’Hiv?
Essendo un esame del sangue, lo si fa in qualunque struttura pubblica o privata. Il test è anonimo e gratuito e non richiede la ricetta medica. Non è obbligatorio e può essere effettuato solo con il consenso della persona. È però opportuno effettuarlo se si sono avuti comportamenti a rischio, ad esempio rapporti sessuali occasionali o uso di droghe con aghi non sterilizzati.
Ci sono dei sintomi per capire se si è sieropositivi?
Inizialmente no, perché il periodo di incubazione della malattia può durare anche anni. La malattia conclamata si manifesta con febbre, faringite, ingrandimento dei linfonodi, cefalea, dolori articolari e muscolari, debolezza, sonnolenza, malessere, perdita di peso, nausea, vomito.
Che cosa deve fare chi scopre di essere sieropositivo?
Deve rivolgersi immediatamente a un medico. Oggi esistono varie possibilità terapeutiche a base di farmaci retrovirali, che riducono la massa virale e migliorano le difese immunitarie. Poi ci sono cure mirate alla prevenzione delle infezioni «opportuniste» e delle complicanze.
Dall’Aids si guarisce?
Gli attuali farmaci curano ma non guariscono. La maggior parte dei pazienti sopravvive però per molti anni, e con una buona qualità della vita.
Esiste un vaccino?
Al momento ce ne sono alcuni in fase sperimentale, ma è troppo presto per sapere se saranno efficaci. Sono 25 anni che la ricerca si concentra sul vaccino, ma non ha ancora prodotto nulla perché il virus muta in continuazione.
Si può evitare il contagio?
Certamente, bastano poche precauzioni. Per evitare la trasmissione per via sessuale, si usino i profilattici in caso di rapporti occasionali. I rapporti monogamici con un partner sano non costituiscono invece un rischio. Contro l’infezione per via ematica, si eviti l’uso in comune di siringhe e aghi per l’iniezione di droghe. Per mesoterapia, tatuaggi o piercing si controlli che gli aghi siano sterilizzati o monouso. Il sangue per le trasfusioni e gli organi per i trapianti sono sicuri, in quanto sempre controllati.
Da dove è arrivato l’Aids?
Dall’Africa sub-sahariana, per mutazione di un retrovirus animale, forse della scimmia, trasmesso alla popolazione umana. Poiché non era nota la trasmissione sessuale, il contagio è stato molto rapido, causando una pandemia che, secondo i dati Oms, ha già fatto più di 25 milioni di morti (2 milioni nel 2008). I sieropositivi sono 33,4 milioni. Nel 2008 le nuove infezioni sono state 2,7 milioni. Ogni giorno 11 italiani si infettano con il virus Hiv.
A CURA DI MARINA VERNA
fonte:http://www3.lastampa.it/domande-risposte/articolo/lstp/94162/
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