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Leucemia: primo farmaco che prolunga la sopravvivenza


Sanihelp.it - Celgene International Sàrl ha annunciato la pubblicazione sulla rivista The Lancet Oncology dei risultati di un importante studio che dimostra che il farmaco VIDAZA (azacitidina) estende in maniera significativa, più di nove mesi, la sopravvivenza globale rispetto ai regimi di trattamento convenzionali (terapia di supporto e chemioterapia) in pazienti affetti da sindromi mielodisplastiche a rischio alto e intermedio-2 e da leucemia mieloide acuta.

L’analisi ha evidenziato una sopravvivenza mediana globale dei pazienti trattati con VIDAZA pari a 24,5 mesi, rispetto a 15 mesi nei pazienti trattati con RTC, con un miglioramento di 9,5 mesi. Il trattamento è risultato associato a una riduzione del rischio di morte del 42%. Il tasso di sopravvivenza a due anni nei pazienti con SMD ad alto rischio trattati con VIDAZA è quasi raddoppiato (50,8% vs 26,2%). Anche il 34% dei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta ha beneficiato di un prolungamento della sopravvivenza. 
Il 45% dei pazienti ha inoltre ottenuto l’indipendenza dalle trasfusioni, contro l’11% dei soggetti trattati con regimi terapeutici convenzionali; inoltre l’85.3% dei pazienti trattati con VIDAZA che erano indipendenti dalle trasfusioni all’inizio dello studio sono rimasti tali. 

Si ritiene che VIDAZA agisca in parte tramite un meccanismo d’azione di recente scoperta, basato sulla scienza emergente dell’epigenetica, ossia lo studio delle modificazioni del DNA che regolano l’attività dei geni.

Nel dicembre 2008 VIDAZA è diventato il primo e unico farmaco approvato dalla Commissione Europea che abbia dimostrato una significativa estensione della sopravvivenza, rispetto ai protocolli di cura convenzionali, per il trattamento in pazienti con sindromi mielodisplastiche a rischio alto e intermedio-2, e con leucemia mieloide acuta. 
In Italia la commercializzazione di questo farmaco è prevista entro il 2009, dopo che sarà completata la procedura italiana di classificazione ai fini del rimborso. Attualmente il farmaco viene messo a disposizione secondo la procedura prevista dal Decreto 11 Febbraio 1997.

Le sindromi mielodisplastiche sono un gruppo di neoplasie ematologiche maligne che colpisce circa 300.000 persone nel mondo. I pazienti affetti da sindromi mielodisplastiche ad alto rischio hanno un tempo medio di sopravvivenza di circa 6-12 mesi. Spesso diventano dipendenti dalle trasfusioni di sangue per il controllo dei sintomi dell’anemia, come l’affaticamento, e possono sviluppare un sovraccarico di ferro e/o tossicità dovuti alle frequenti trasfusioni, che li pongono in pericolo di vita. Di qui la necessità di nuove terapie che agiscano sulla causa della patologia, piuttosto che solo sul controllo dei sintomi. 

Fonte: Celgene International Sàrl /sanihelp.it
di Roberta Camisasca
ultima revisione: 24-02-2009

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