venerdì

«Salvo il cuore malato coi raggi x»

PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA ALLA CLINICA «MONTEVERGINE» DI AVELLINO

Rubino manda in pensione il bisturi: 

Foro di 2 cm nel torace e si può operare: il chirurgo sperimenta l'intervento. 44 operazioni ok, un solo decesso

Paolo Rubino

Paolo Rubino

Operazione al cuore senza aprire il torace. Telecinesi? Acqua. Uso dei raggi x? Fuoco. Ma non siamo in un film di Roger Corman ma nella clinica Montevergine di Avellino. Qui il professor Paolo Rubino e la sua equipe abbattono frontiere della cardiochirurgia non invasiva con interventi in cui non c'è bisogno di bisturi. Si tratta di una metodologia innovativa che consente di guarire gravi cardiopatie aprendo solo una piccola finestra toracica grande meno di 2 centimetri. Il nome tecnico è «sostituzione valvolare aortica trans apicale». Ad otto mesi dal primo intervento di questo genere mai effettuato in Italia nella clinica Montevergine di Mercogliano i risultati appaiono confortanti. Su 45 operazioni un solo decesso. «Per noi è importante l’idea di far vivere persone che normalmente sarebbero spacciate - dice il professor Rubino - Su quarantacinque interventi abbiamo registrato un solo decesso. I nostri sono casi che senza le attuali tecniche che siamo riusciti a realizzare e a sperimentare, non hanno possibilità di vita più lunga dei sei mesi».

L'OPERAZIONE - Oggi è dunque possibile impiantare protesi valvolari aortiche introducendo la protesi tramite un piccola finestra, praticata nel torace. Tale foro è sufficiente ad esporre l’apice (la punta) del cuore, attraverso il quale è poi introdotta la protesi. Una volta all’interno del cuore, grazie all’uso dei raggi X, è possibile posizionare la valvola artificiale in corrispondenza di quella naturale e qui rilasciarla grazie alla dilatazione del palloncino. Addio bisturi: non è più necessario aprire il torace.

PRIMO PASSO NEL GIUGNO SCORSO - L’equipe di Rubino nel giugno del 2008 ha impiantato per la prima volta la protesi in una paziente, il cui rischio di morte stimato, se si fosse sottoposta a terapia chirurgica tradizionale, era superiore al 30%. «Grazie a questa metodica - ha affermato il chirurgo - è possibile dare una valida opzione terapeutica a pazienti che hanno una prognosi severa. L’apertura di una piccola finestra toracica consente di evitare complicanze respiratorie e riduce drasticamente i tempi di degenza ospedaliera rispetto alla chirurgia tradizionale. La sostituzione valvolare aortica trans apicale - conclude - è una nuova frontiera della cardiologia interventistica».

Alessandro Chetta

fonte:corrieredelmezzogiorno.corriere.it

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